ERMENEUTI (1965)
Gli Ermeneuti sono due tubi in alpacca, poco curvi, con una forma ben studiata e appendibili ad altezza opportuna, in grado di modificare tutti i rumori esterni trasformandoli in un suono continuo sempre variante e coinvolgente. Derivano direttamente dal progetto dell’Auditorium a rumore, che nell’ambito della Città Fantastica, sarebbe dovuto essere un ambiente-strumento correttore del rumore esterno. All’interno di quest’ambiente si sarebbe dovuto udire il rumore esterno, nella sua totale complessità, filtrato e trasformato in un nuovo evento sonoro sempre variante. Questo sarebbe stato possibile dotando almeno una parete di speciali filtri o risonatori in grado di mettere in atto questa trasformazione. I risonatori che Fogliati ha costruito per sperimentare i vari esiti erano di diversi materiali. Erano dei tubi di varie dimensioni sensibili a certe frequenze. In questo modo ha cominciato la costruzione di vari tipi di risonatori con materiali diversi e di dimensioni differenti. Questi risonatori non volevano essere delle costruzioni scientifiche per la dimostrazione della risonanza ma delle vere e proprie sculture sollecitate da onde sonore caotiche trasformate da esse in suono. Sono nati così gli Ermeneuti, il Liquimofono e le Latomie. Portando alle orecchie le due aperture degli Ermeneuti, otturati nella parte opposta, si può immaginare l’evento che si sarebbe creato all’interno dell’Auditorium a rumore tenendo ben presente che il coinvolgimento e avvolgimento nel suono sarebbe stato totale. Perciò gli Ermeneuti rappresentano la realizzazione “in dimensioni espositive” di un progetto non realizzato legato al contesto urbano.
LATOMIE (1965)
Le Latomie sono molto simili nella forma agli Ermeneuti, differenziandosi però da essi nelle modalità di produzione dell’esito sonoro. Anch’esse sono costituite da tubi ricurvi stavolta non sospesi ad altezza d’uomo ma appoggiati a terra e di differenti dimensioni. Fogliati ha sperimentato anche diverse forme e svariati materiali con l’intenzione di «accentuare la risposta sonora in virtù della forma stessa e dei materiali utilizzati». Proprio come avrebbe fatto per la costruzione dei vari filtri da inserire nella parete dell’Auditorium a rumore, anche con le Latomie utilizza diversi materiali. Inserisce all’interno alcuni liquidi quali l’acqua, l’olio e anche la glicerina. Ha cominciato a costruire queste forme sognando sempre di collocarle nell’Auditorium a rumore, nella parete di risonatori che sarebbe stata come una sorta di grande affresco fatto di sculture che avrebbero prodotto dei suoni legati alle loro specifiche forme. La maggior parte delle Latomie è in alpacca, per alcune è stato utilizzato anche l’ottone. Il suono è ottenuto per mezzo di un compressore che, collegato ad ogni elemento, può introdurre aria regolabile attraverso dei rubinetti. Il risultato è ottenuto dall’interazione della forma, del liquido e della quantità d’aria introdotta. Fogliati ha realizzato installazioni con diverse Latomie, come il Quartetto di Latomie o Quartetto ad acqua. In questo modo, afferma, «un’installazione di diverse Latomie aventi differente forma e dimensione genera un ricco spettro timbrico e sonoro e può essere manovrata per produrre la parodia di un’orchestra di strumenti».
LIQUIMOFONO(1965)
Nello stesso periodo di realizzazione delle Latomie e degli Ermeneuti, Fogliati ha ideato una sorta di organo ad acqua intitolato Liquimofono. Il Liquimofono, afferma l’artista, «è un unico strumento che offre una timbrica manovrabile ed è utilizzabile come un basso continuo. I risonatori sono tutti in alpacca curvata e saldata a stagno con diverse tonalità data dalla forma e dal liquido inserito all’interno. Questi risonatori sono manovrabili con dei rubinetti da idraulico. Un risonatore poteva avere inserito del grasso, un altro dell’olio pesante, un altro un olio leggerissimo da macchina per cucire, un altro aveva la glicerina». Il Liquimofono è un’estensione, come “congegno generatore di musica liquida”, di quei procedimenti di manipolazione del rumore creati da Piero Fogliati.