Piero Fogliati, i corni dei dilemma – Tommaso Trini 1991
Le sue sculture sonore producono ascolto. Fogliati possiede l’inimitabile arte di rovesciare i fenomeni nelle idee che li originano. Sempre risale dai mille effetti alle loro poche cause. Osservate, appese, queste sculture tubolari e lamellate. Invece di produrli, accolgono i suoni dello spazio. Come non vedere che sono le protesi uditive dell’ambiente, le trombe auricolari dell’aria? E’ all’inaudibile formicolio dei rumori dei mondo, incapace di silenzio, che noi poniamo orecchio. Col risultato di tradurre l’esteriorità circostante nell’esperienza di un’interiorità circospetta. Come Leonardo, Fogliati ha una visione aurea ed armonica della mente umana. E’ il mio orecchio interiore, posto da qualche parte tra il mio cerebro e il mio spirito, che scava la sonorità dal silenzio. Ma come Copernico, Fogliati sa che l’uomo gira intorno alla sua mente, e la mente gira intorno all’enigma. Ecco perché la sua opera trentennale è sempre risalita dall’indagine nelle percezioni sensoriali — mediante la luce, il suono e i colori — all’esplorazione dei processi mentali che le presiedono. Già chiamati Ermeneuti, questi oggetti sonori sublimano le Latomie Liquide in cui l’artista evocava musicalità ambientale soffiando aria nell’acqua. Li potrei chiamare ora i Corni dei Dilemma. Artista unico per rigore e ampiezza di ricerca tra gli sperimentatori che trafficano con la scienza e le tecniche, Fogliati resta un creatore straordinario da scoprire.