Dal catalogo mostra Piero Fogliati: l’immagine nella rêverie – Alessandro Pancotti 2014
Il percorso di Piero Fogliati sfugge a ogni presa, a ogni collocazione. Si sviluppa dagli anni ’60 fino al nuovo millennio. Condivido l’idea che si debba guardare ai suoi lavori come a quelli di un pioniere, esattamente come a chi ha potuto assistere alle prime sperimentazioni di Meliès, Moholy-Nagy, Harold Edgerton e Yves Klein. Tra gli artisti contemporanei James Turrell e Maria Nordman sembrano i più affini per ricerche su luce e spazio. Tuttavia la portata delle sue innovazioni per la sublimazione dei fenomeni naturali non ha confronti. Pensare che tutto questo sia nato in un piccolo laboratorio, nel quale Piero Fogliati ha trascorso gran parte della sua vita, ripropone il tema del viaggio come imprescindibile. Un viaggio che il vero artista sa di affrontare con la propria mente, non già fisicamente con la frenesia del turista. Il suo è un paziente percorso alla scoperta di sé stesso. Si deve guardare al suo lavoro con fiducia – perché chi riesce a dare ai sogni una forma apre il suo mondo agli altri. E rende possibili ulteriori intuizioni. Alla sensazione di stupore davanti alle sue opere dobbiamo sostituire la consapevolezza di trovarci davanti a un nuovo linguaggio: siamo noi che dobbiamo ancora imparare a essere contemporanei di Fogliati.